Quando ci lascia una figura storica del nostro paese, tutti noi perdiamo un frammento della nostra identità. E’ la sensazione che proviamo in questi giorni, in cui è mancato Antonio Cozza, figlio di quel Bruno Cozza che varie volte abbiamo citato e ricordato per le sue poesie e l’amore testimoniato per il nostro paese, condiviso anche da Antonio.
Tra le tante sue doti annoverava sicuramente la passione per la fotografia: molti volti e momenti importanti del nostro paese sono stati immortalati dalla sua macchina fotografica.
Ci piace però ricordarlo richiamando in particolare una delle sue passioni più care, che lo ha portato nell’ottobre del 1971 a calcare i campi di calcio con la prima squadra di quello che allora si chiamava A.C. Monteviale, formazione eroica e per certi versi epica, composta da giovani e meno giovani tutti del nostro paese, in un tempo in cui il calcio era davvero uno sport romantico e giocato per passione. Cozza ha fatto parte della squadra per diversi anni, fermandosi solo un anno per adempiere al servizio militare, rivelandosi un bomber di razza (ben 16 reti nel solo campionato 1977/1978) con un gran fiuto del goal. Appese le scarpe al chiodo proseguì l’impegno nell’A.C. Monteviale nelle vesti di dirigente, e davvero leggendaria fu la sua partecipazione e contributo al primo torneo internazionale a cui la squadra di calcio del nostro paese partecipò, in terra tedesca, a Wasseralfingen.
I più vecchi ricordano infatti ancora la mitica “sbronza” che Cozza (in compagnia di Amabile), da vero burlone, rifilò con uno stratagemma al capospedizione della squadra di Berlino est, ubriacatura colossale a base di vino Tronca. Aneddoti che ne raccontano la goliardia, l’umanità, la fraternità, la semplicità, in un mondo pur povero come quello di allora ma che però, oggi, un pò ci manca. Buon viaggio, Antonio: e continua a fotografare le tante cose belle che troverai sulla tua strada.
Nella foto: “sbornia in corso” da parte dei burloni Amabile e Cozza (dietro, con il cappello in testa)