Ad oggi, non ci risulta in paese la presenza di rifugiati di fede ebraica se non quelli legati alla famiglia degli Ascoli che vi possedeva delle proprietà, un fabbricato rurale, boschi cedui, prati e seminativi, in cui ogni anno si trasferivano nel periodo estivo.
Dopo l’8 settembre. l’avvocato Renzo Ascoli, il proprietario, subita la distruzione dell’abitazione di Milano a seguito di un bombardamento, ritornò a Monteviale per predisporre la fuga in Svizzera di tutta la famiglia. ” I miei cugini, [Luciano e Paoletta] sebbene ebrei al 75% (50% per via di padre e 25% per via di madre) erano stati battezzati e potevano andare a scuola” scrive Luciana Castellina nel suo libro “La scoperta del mondo”.

Ciononostante, a fine novembre 1943 lasciarono la casa di Monteviale per percorrere a piedi tutta la strada fino in Svizzera. “Non si doveva assolutamente dire dove andavamo” scrive Luciano Ascoli nel suo libro “Tu vil marrano” nel quale racconta anche la tragica morte della mamma, Vittorina Leibman, che mettendo un piede in fallo, cadde dal sentiero che stava percorrendo sul fianco nord del Bernina, di notte, mentre tutti in fila, cercavano di mettersi in salvo oltre la frontiera. Figli di due sorelle, Lisetta e Vittorina, Luciana Castellina e Luciano Ascoli ,“cugini-gemelli”, nati nel 1929, restarono comunque legati a Monteviale, “uno dei luoghi mitici della mia infanzia” [L.C.] tanto da scriverne alcune pagine nei propri libri, e visitandolo in più occasioni nel corso degli anni.

Guarda caso, nella loro vita da adulti, entrambi sono diventati giornalisti e scrittori: molto conosciuta, Luciana, giornalista e scrittrice, grande militante politica, iscritta al PCI, cofondatrice de “Il Manifesto”, deputata ed eurodeputata mentre Luciano, che è venuto a mancare nel 2013, ha affiancato alla professione di avvocato civilista, giuslavorista, anche quella di giornalista pubblicista, dal 1967 ha seguito le vicende del conflitto israelo-palestinese, compiendo vari viaggi in Medio Oriente, anche come inviato, pubblicando sul tema libri. articoli e reportage.
(NC) La mattina del 18 novembre 2024, Luciana Castellina è tornata a Monteviale, un luogo caro della sua infanzia, sfruttando l’occasione della proiezione del documentario “16 millimetri alla rivoluzione” di Giovanni Piperno, prevista per la sera al cinema Odeon di Vicenza. Il film, che esplora la storia del PCI attraverso le immagini degli anni ’50 e ’80, vede Luciana come figura centrale e riflette su un’epoca di impegno politico e solidarietà.
Durante il suo ritorno, Luciana Castellina ha camminato fino al prato che, in fondo a via Gallo, si affaccia sulla città, un luogo che aveva tanto amato da bambina.
In occasione di questo incontro, poco distanti dalla “torretta”, abbiamo sollecitato la sua memoria, ricordando anche i momenti felici, come quando, il marito della mamma, Nino Salis, vestiva i panni di sceneggiatore e regista e creava dei film muti in cui i due cuginetti diventavano i protagonisti.


18 novembre 2024
Grazie alla disponibilità di Alberto Motterle, ha poi visitato Villa Zileri, dove ha ammirato per la prima volta gli affreschi di Giambattista Tiepolo, rimanendo affascinata dalla loro bellezza senza tempo.
Luciana, che ha vissuto la sua giovinezza durante gli anni più bui della Seconda Guerra Mondiale, ha sempre portato con sé il ricordo della persecuzione degli ebrei, una parte fondamentale della sua storia familiare. Come ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, sua madre era per metà ebrea e Luciana ricorda che “avevo zie e cugini che si nascondevano dentro casa, ai Parioli. Ma non sapevo del rastrellamento del Ghetto, di San Lorenzo bombardata. Anzi, non sapevo neanche che esistessero le borgate, la Roma oltre quella che frequentavo. Non sapevo neanche che ci fosse stata la Resistenza, a Roma”.
Questo ricordo di un’infanzia protetta da una parte della realtà di Roma, al contempo lontana e prossima alla tragedia della persecuzione, si intreccia con la sua successiva coscienza politica, sviluppata anche grazie all’esperienza vissuta nell’impegno politico.
Il Giorno della Memoria, che il 27 gennaio ci invita a ricordare le vittime dell’Olocausto, è un’occasione per riflettere sulla forza della memoria, non solo come tributo al passato, ma come strumento di responsabilità verso il futuro. Il viaggio di Luciana ci ricorda che la memoria è un impegno quotidiano per contrastare le ingiustizie e non lasciare che la storia venga dimenticata.