(PG) E’ ancora Paolo Lioy, attraverso i scuoi scritti, a raccontarci dei banchi corallini fossili di Monteviale. Naturalista, archeologo, paleontologo, divulgatore scientifico, pedagogo, politico, Paolo Lioy, autore degli studi, tra gli altri, del lago di Fimon, e della scoperta del crocodilus vicetinus
– che egli presentò all’Accademia Olimpica, di cui fu anche segretario, per illustrare «questo scheletro ultimamente dissotterrato nelle ligniti terziarie del monte Purga, scheletro che ora forma uno dei più preziosi ornamenti del Civico Museo di Vicenza, e che tra i fossili suoi congeneri non ha rivali al mondo tanto è meravigliosamente conservato». Come si sa questo “prezioso ornamento” con il quale, scrive il Lioy «io credo che nessun altro esemplare, non pure d’Italia, ma del mondo possa gareggiare», non c’è più, sparito quando un inserviente del museo civico, mandato probabilmente agli inizi del 1945 a ripulire il pavimento dell’atrio in cui tra i quadri era anche la vetrina con il coccodrillo fossile, ingombro di calcinacci caduti dal soffitto in seguito ad un bombardamento aereo, con i pezzi di soffitto e i pezzi di vetro del contenitore sul quale essi erano caduti spazzò via anche i pezzi del coccodrillo rimasto sotto le macerie, che, essendo carbonizzato, ad uno sguardo incolto poteva ben apparire come qualcosa di cui liberarsi al più presto. Quando i responsabili del museo se ne accorsero, non c’era più nulla da fare: il “crocodilus vicentinus”, che doveva essere, secondo le misurazioni del Lioy, lungo 2,19 metri, ridotti a metri 1,78 «per le contorsioni avvenute nello scheletro» era finito in una delle tante discariche in cui venivano portati i rottami della case distrutte o danneggiate dalle bombe. Da allora sul triste destino di uno dei reperti fossili più rari e quindi preziosi, vanto non solo del museo di Vicenza in cui fu collocato ma dell’intera paleontologia italiana, che all’epoca del ritrovamento era ai suoi primi passi, cadde un silenzio che per molti versi fu o fu ritenuto imbarazzato, quasi che la colpa della distruzione dell’unico esemplare di coccodrillo preistorico giunto dalle ere più lontane fino a noi fosse di un’intera città, che non sarebbe stata capace di conservarlo e consegnarlo agli studi ulteriori, e non di un ignaro, anche se indubbiamente poco informato, inserviente incaricato delle rimozione di macerie belliche. – (Giuseppe Brugnoli – La domenica di Vicenza – nr. 07 anno XVI del 26 febbraio 2011)
Come nel caso del “nostro” pipistrello, [trovate le notizie in questo blog] anche il coccodrillo del Lioy, fu distrutto dal bombardamento, ma, allo stesso modo, fu “salvo per i posteri” grazie alle copie realizzate prima della distruzione.
– Letizia Del Favero, paleontologa dell’Università di Padova, che al nostro scienziato vicentino aveva rivolto la sua attenzione già per la tesi di laurea. Ebbene, lo straordinario reperto fossile scoperto e studiato dal Lioy nel 1865 e per molto tempo considerato quasi unico della specie, poi ridimensionato nella sua importanza per il rinvenimento di altri esemplari anche in Asia, è stato sì “spazzato via” dai bombardamenti cittadini della seconda guerra mondiale, ma fortunatamente in precedenza ne erano state fatte due copie: una conservata al Museo Paleontologico di Padova e l’altra collocata al Museo Civico di Palazzo Chiericati, successivamente scomparsa (o sottovalutata) e ora ritrovata nei magazzini. Ed è quindi singolare la sfortuna di Paolo Lioy, se proprio il reperto più famoso delle sue ricerche paleontologiche e archeologiche (non solo a Bolca, ai confini tra Vicenza e Verona, ma anche al casalingo Lago di Fimon), rischia di essere dimenticato. (Mario Bagnara – La domenica di Vicenza)
Insomma, della serie “lo sapevate che…?”
Questo è l’articolo, comparso nel gennaio del 1886 sul periodico n.2 de “L’illustrazione popolare” , IN FONDO AL MARE I coralli – nel quale cita anche Monteviale
Altra curiosità per Monteviale : Marianna Chilesotti, mamma di Adriano Cibele, è autrice della poesia ” Il lago di Fimon” (Leggendo LE ABITAZIONI LACUSTRI di Paolo Lioy) – che compare nel libro “Versi” , ed è proprio il figlio di Paolo, Leopoldo Lioy, che, nel recensire il libro di Marianna, in un lungo articolo, scrive “fra quelle migliori mi è grato ricordate Il lago di Fimon che serba un severo sapore zanelliano”.
Dall’alto d’amenissima collina,
Riflettente nel mobile cristallo
La peschereccia abitazion tapina
E l’accerchiante splendida catena
Di poggi e di convalli, o antico Lago,
Solo un lembo di te veduto ho appena.
E alla gran fama, che pel mondo vola,
M’apparisti nell’imo assai modesto;
Pur l’errar mi tentò tacita e sola
Per l’ospitale tua plaga romita,
Evocando un’età nova e robusta
Nella polve dei secoli svanita.
E al verde de’ castagni e delle vigne,
Che il rispecchio dell’acqua cristallina
A larghe striscie tremule dipigne,
All’aere sottil, che t’accarezza,
E murmure sussurra tra il fogliame,
All’eterna possente giovinezza,
L’ebbrezza chiesi e il palpito gagliardo
Di quelle rozze tue vergini schiatte,
Cui convenzion non fea falso e codardo,
Gli amor selvaggi, ciechi, appassionati,
Cui il sentimento, e non la legge, eterna,
E l’intensa pietà pe’ dolci nati;
La fede chiesi e gli entusiasmi e i canti
E la semplice vita e i sogni baldi
Degli autoctoni tuoi popoli errati.
Lago modesto, nel tuo verde fondo
Ricerca il pescator la scarsa preda,
Reliquie la scienza, ed io profondo
Dell’umano sentir cerco il mistero.
Qual ne sospinge incognito desio
Incessante a tentar l’arcano vero,
Che in fra gli avanzi d’una gente spenta
Dissotterrati dall’immondo limo
Saper sè stessa umanità ritenta,
Tal risospinge sè l’anima umana,
Spenta da inganno e nel dolor sepulta,
A risalir sua origine sovrana;
E da reliquie di spezzati affetti,
Da infrante illusion, da duri schianti
Attingere vigor d’almi concetti.
Vicenza, 28 novembre 1892 Marianna Chilesotti
PER APPROFONDIRE:
Paolo Lioy e il suo Liceo nel centenario dell’istituzione – 29 maggio 2024