Stella Coeli … per affrontare il coronavirus

E’ ormai evidente che l’emergenza sanitaria coronavirus sta flagellando tutto il mondo. Riconosciuta come pandemia dall’OMS, affrontarla è ormai una priorità di ogni nazione. Anche a Monteviale c’è preoccupazione e timore, che si percepisce palpabile tra i compaesani. In questo frangente complesso, una nota di speranza è stata “regalata” alla comunità (alla parte credente, ma anche a chi non ha un buon rapporto con la dimensione religiosa e/o istituzionale) da parte dei sacerdoti dell’unità pastorale Monteviale Gambugliano Monte San Lorenzo. Don Antonio Uderzo, don Pietro Melotto e don Secondo Martin hanno prima raccolto l’invito di alcuni fedeli per trasmettere in diretta fB un loro momento di preghiera e meditazione sul brano del Vangelo della domenica, per arrivare poi a riproporre (nel corso della diretta di venerdì 20 marzo) una antichissima antifona mariana, con la quale si chiede l’intercessione per la pestilenza. Questo canto gregoriano, risalente al 1317, si intitola Stella coeli, ed è appunto tradizionalmente intonata in occasione di pestilenze e contagi. Ecco il testo, in latino, e il video con il canto dei nostri sacerdoti.

“Stella coeli extirpavit, quae lactavit Dominum,
mortis pestem quam plantavit primus parens hominum.
Ipsa stella nunc dignetur sidera compescere,
quorum bella plebem caedunt dirae mortis ulcere.
O piissima stella maris, a peste succurre nobis.
Audi nos Domina, nam Filius tuus nihil negans te honorat.
Salva nos Jesu, pro quibus Virgo mater te orat”.

Stella piissima del mare, soccorrici contro la peste / Ascoltaci: nulla infatti il Figlio tuo nega a coloro che onorano colei che ora ti supplica ancora”. Sono alcuni dei versi di questa antifona, la cui storia è leggendaria: era l’anno 1317, a  Coimbra, la florida città portoghese piegata allora dalla peste. Il male misterioso e terribile mieteva strage e la paura regnava sovrana. Lo sgomento arrivava anche tra le suore clarisse del monastero di Santa Clara a Velha, tanto più che tutto il monastero era circondato da ammalati. In questo momento estremo si presentò un giorno alla porta mendicante lacero, dall’estrema somiglianza con il san Bartolomeo raffigurato nel monastero. Il personaggio misterioso confortò le suore e consegnò loro una carta dicendo: “Recitate questa preghiera, la Vergine vi proteggerà”. Le religiose trovarono in quella carta l’inizio dell’antifona “Stella coeli extirpavit…”; da quel momento la preghiera aprì e chiuse le ore canoniche del mattino e del pomeriggio e, meraviglia, nel monastero e nei dintorni cessò ogni pericolo di contagio.

Il testo della preghiera, tra teologia e scienza antica
Maria appare anzitutto come la “stella del cielo”. Nel medioevo si pensava che l’ebraico Miryam rimandasse anche alla parola stella, e precisamente a “stella del mare”. La tradizione appariva indiscutibile anche perché attribuita a san Girolamo. In realtà Girolamo, basandosi su un versetto di Isaia (45,15) aveva diviso il nome ebraico in mar – yam, “goccia del mare”: “stilla maris”, che però nello stile degli amanuensi divenne “stella maris”. In ogni caso il parallelismo tra Maria e le stelle si diffuse ampiamente e fin dai tempi antichi. In questo testo il ricorso a Maria intesa come stella celeste è però funzionale a un altro concetto: Maria è la stella favorevole capace di fermare le stelle fatali che causano la peste.
L’antifona ci mette così dinanzi a una delle più diffuse credenze del medioevo: si riteneva allora che la peste fosse causata da particolari congiunzioni astronomiche. Credenza suffragata dal parere della Facoltà medica di Parigi che spiegava la famigerata peste del XIV secolo distinguendo tra una causa prossima (gli effluvi corrotti nell’atmosfera, capaci a loro volta di corrompere il corpo) e una causa remota: la congiunzione astrale dei pianeti freddi nella costellazione dell’Acquario nel marzo del 1345.
Resta in ogni caso intatta la bellezza teologica del testo, tanto più bello perché semplice. Maria è la donna prefigurata nella Genesi, capace di fermare la morte entrata nel mondo con il peccato di Adamo. Lei che ha generato il Signore, ora è la stella propizia perché il popolo cristiano sia salvato dalla peste. L’antifona si chiude quindi con la speranza della intercessione di Maria. L’orante sconosciuto che ha scritto il testo ha ben presente la scena di Cana: il Figlio mai negherà nulla a sua madre. Una speranza che per la fede è certezza e che dà ancor più fascino a quest’antica antifona oggi riscoperta. (Fonte: Avvenire 19.03.2020)

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2 Risposte a “Stella Coeli … per affrontare il coronavirus”

  1. scusate la mia imbranataggine ma volevo mandarvi CORONA VIRUS ON TREMON.
    Gnente da fare. La mando a Nicola.

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