La peste del 1630-1631

La peste del 1630 fu un’epidemia di peste diffusasi nel periodo tra il 1629 e il 1633 che colpì, fra le altre, diverse zone dell‘Italia settentrionale, raggiungendo anche il Granducato di Toscana e la Svizzera, con la massima diffusione nell’anno 1630. Tra il 1630 e il 1631 si scatenò una terribile epidemia in particolare nel Nord Italia, decimando la popolazione e infuriando con particolare violenza nella città di MIlano, allora tra le più popolose della regione: è descritta nelle pagine finali del romanzo “I Promessi Sposi”, in particolare nei capp. XXXI-XXXII interamente occupati da una digressione storica che ricostruisce la diffusione del morbo e le sue drammatiche conseguenze (la descrizione del romanziere è rimasta giustamente celebre ed è ricordata tuttora come uno dei momenti più alti della sua opera letteraria).

I capitoli XXXI e XXXI de I Promessi Sposi

L’epidemia si propagò facilmente anche grazie allo stato di estrema povertà e privazione in cui il popolo si trovava dopo due anni di terribile carestia, e in seguito a movimenti di truppe e saccheggi avvenuti nell’ambito della guerra per la successione di Mantova, che vedeva la Spagna opposta alla Francia. Anche il nostro paese di Monteviale venne coinvolti in modo drammatico: sulla scorta delle informazioni sul territorio vicentino, si può presumere che la popolazione si ridusse in una percentuale che va dal 30 al 50 per cento.  Nel 1631 i cittadini di Monteviale, per impetrare la fine della tremenda pestilenza, dedicavano alla Madonna della salute una cappellina votiva, tutt’ora presente in Piazza Libertà (si veda la pagina dedicata per maggiori approfondimenti). 

Nel libro di Stefano Corato “Monteviale – Dal tardo Medioevo alla fine dell’età moderna” l’evento è raccontato in modo molto preciso, e fa ben intuire la drammaticità di quei tempi.

Capitolo 5.3 in versione sfogliabile

Capitolo 5.3 La peste del 1630-31 in pdf