Ristorante “Il Tetto di Vicenza”

(PG) Nei decenni passati, la notorietà di Monteviale nel vicentino è derivata anche dalla presenza delle numerose attività di ristorazione: dalla “Trattoria dalla Lina” al “Ristorante Zemin” solo per citarne alcune. Ma negli anni del boom economico, per i turisti che salivano in paese c’era un locale che, oltre ai piatti tipici della cucina vicentina, offriva anche una splendida visuale del paesaggio dei nostri colli: era il ristorante “Il Tetto”. Edificato in forme moderne, in netto contrasto con l’architettura tipica dei colli vicentini e con la natura circostante, rappresentava una vera e propria modernità. Conosciuto e apprezzato per le ricette proposte ai commensali, ha accolto numerose comitive e famiglie con pranzi e cene per matrimoni, battesimi, compleanni, feste di classe, ecc. Anche se da molti anni l’attività è cessata e l’edificio è stato smantellato ed oggi la zona è oggetto di una lottizzazione e la toponomastica è cambiata, per molti paesani la località ha mantenuto il nome de il tetto.

2007 L’edificio abbandonato (Foto di Luigino Caliaro)

Il ristorante non era solo un’attività di ristorazione, ma rappresentava un vero e proprio progetto turistico in divenire. Lo apprendiamo, ancora una volta, dalle parole di Bruno Cozza, autore di un articolo nella rivista “Vicenza” di fine anni ’60. Sono informazioni preziose che vogliamo trascrivere integralmente per lasciare traccia di una Monteviale ormai scomparsa.

“Il Tetto: nuovo approdo gastronomico sulla dorsale dei Castellari”

Un’ambientazione particolarmente felice è l’originale “asse gastronomica”

Mai come oggi l’auspicata realizzazione della “Dorsale dei Castellari” preme insistente all’occhio dei visitatori che accedono sempre più numerosi all’ombra del nuovo “Tetto di Vicenza” per godersi da qui l’aria pura e la magnifica ambientazione del sito. La progettazione della strada panoramica, già idealmente tracciata da 10 anni con itinerario: Creazzo – Monteviale – Ignago – Torreselle – Montepulgo e rispettive deviazioni verso la statale Valdagnese a nord e di Schio ad est, dopo un percorso di circa 25 chilometri, sembra ora avviata alla sua fase conclusiva, dopo la costituzione di un Consorzio tra Comuni e i primi contributi ottenuti dallo Stato. La nuova arteria interessa 8 Comuni che appunto si sono consorziati. Il suo tracciato si snoderà attraverso le zone più alte dei colli, da dove il panorama aperto; e certo favorirà l’ulteriore sviluppo dei Centri interessati, stabilendo altresì un più rapido collegamento con la città. Per troppo tempo si era notato un interessamento trascurato, fiacco e improduttivo verso la risoluzione di un problema così importante. Ne sono stati causa i contrasti intervenuti nello stesso Consorzio dopo i primi scarsi contributi destinati ad una zona contesa e non accolta ad unanimità quale punto di inizio dei lavori. E’ perciò buona cosa che ci si scuota dal torpore per non vedere svanire una iniziativa di cos’ rilevante interesse turistico e sociale. Ed è tempo che gli organi interessati stabiliscano una più attiva e proficua collaborazione, condizione essa stessa per poter ottenere solleciti e maggiori contributi senza dei quali non sarà possibile pervenire alla completa realizzazione dell’opera. Le prospettive della “Dorsale” incidono già da tempo in forma concreta su una delle zone più belle di Monteviale, denominata delle Falze verso Madonna delle Grazie di Ignago, dove si affaccia allo sguardo il più suggestivo paesaggio. Numerose villette punteggiano l’arco collinare, alcune moderne e civettuole nelle verdi radure fra ciuffi di pinete e di castagni, altre in allestimento, recando all’ambiente un tono particolare che non contrasta ma piacevolmente si sposa con la configurazione del paesaggio. Particolare attrattiva offre oggi il nuovo complesso alberghiero denominato felicemente il “Tetto di Vicenza” per la sua caratteristica struttura, incastonata in un’invitante oasi di verde.

L’ingresso de il ristorante “Il Tetto” (Foto tratta da una cartolina d’epoca -collezione Paola Groppo-)

Il “Tetto di Vicenza” è una costruzione di linea moderna, sobria ed elegante. La sua indovinata ubicazione sul declivio della rotabile apre alle ampie finestre le più suggestive vedute della città sottostante e della pianura vicentina. Il coperto di un azzurro nerastro si abbassa all’entrata fino a pochi metri dal suolo fino a proteggere l’ingresso spazioso e signorile, dalle grandi vetrate. Una serie di enormi architravi ricoperti regge il soffitto pure rivestito di legno, sopra le grandi sale rettangolari, in cui sontuosi lampadari dislocati con calcolata simmetria spargono nell’ambiente una luce calda e insieme discreta. Il caffè o l’aperitivo si possono consumare al bar riccamente addobbato all’entrata. Sotto il piano del ristorante si apre un’elegante taverna o “musical-gin”, disposta a semicerchio, in cui luci attenuate colorano d’ intimità i divani di velluto rosso dei salottini accoglienti, separati e disposti con articolata maestria. Una piattaforma consente, a chi lo voglia, di seguire danzando le musiche diffuse da un efficientissimo impianto stereo.

Ristorante “Il Tetto” visto dal retro (Foto tratta dalla rivista bimestrale “Vicenza” n.6-1969)

Il ristorante è considerato fra i migliori d’Italia, improntato com’è in una linea gastronomica unica nel suo genere. Al cliente viene servita una varietà di antipasti che prepara lo stomaco alla degustazione delle molte vivande che seguono. Queste vengono poste sull'”asse gastronomica” un’assicella di legno ornata di chiodi dal grosso cappuccio inseriti agli spigoli, posta al centro della tavola con sopra una vasta fantasia di vivande da scegliersi a piacere. Particolarmente indovinata è la novità qui creata per quanto riguarda la mescita del vino: una botticella, inserita sopra un elegante carrello di ferro lavorato, e collocata presso il tavolo dei commensali. Questi si servono a volontà, spillando il vino a loro piena e assoluta discrezione.

 

La famosa “asse gastronomica” e le rinomate “botticelle” per la mescita del vino in autonomia (Foto d’epoca – collezione Paola Groppo-)
Menù corredato dalle frasi di “Armandino punto e basta” (Foto d’epoca – collezione Paola Groppo-)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nuovo approdo gastronomico dovuto all’iniziativa dei fratelli Ettore e Silvio Idiometri, che vi hanno profuso coraggio e un ingente sforzo finanziario, costituisce un importante motivo di richiamo e di sollecitazione turistica, il cui apporto allo sviluppo generale della zona non va sottovalutato.

 

 

 

A sn il proprietario Silvio Idiometri a ds il direttore Salvo Vasalli (Foto dalla rivista bimestrale “Vicenza” n.3-1971)

LA GASTRONOMIA VICENTINA PRIMEGGIA AL CONSORSO DELLE CUCINE VENETE Un ambito premio al titolare e al direttore del ristorante “Il Tetto” di Monteviale

Una importante affermazione è stata tenuta dalla cucina vicentina alla prima rassegna enogastronomica del Veneto che nel nome delle tradizioni e delle innovazioni si è recentemente tenuta a Conegliano in provincia di Treviso. La rassegna si è sviluppata nell’arco di una decina di giorni, durante i quali sono stati presentati i piatti e i vini caratteristici delle varie cucine della regione. Vicenza è stata rappresentata dal ristorante “Il Tetto” di Monteviale signor Silvio Idiometri e dal direttore dello stesso locale Salvo Vasalli, ai quali è andato il generale apprezzamento della commissione giudicatrice e l’ambito premio destinato alla cucina eccellente. Il menù è consistito in un antipasto, in un primo e secondo piatto, e in un dolce, con accompagnamento di vini tipici appropriati. Inutile sottolineare l’importanza del successo che si aggiunge ai numerosi e significativi riconoscimenti ottenuti dalla nostra cucina in questi ultimi anni in concorsi sia regionali, sia nazionali e internazionali.

 

All’interno del libro “Itinerari Gastronomici Vicentini”, nella lista delle “Locande e Locande”, è citato anche il ristorante “Il Tetto” di Monteviale.