La Contessa Drusilla Dal Verme Loschi

Particolare del quadro di Domenico Peterlin “Vittorio Emanuele II nell’atto di decorare con la medaglia d’oro la bandiera di Vicenza del 10 giugno 1848” conservato nel Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza olio su tela, 1876 (Drusilla Dal Verme – che indossa la cuffietta – vi è ritratta insieme a Caregaro Negrin che è posto vicino alla bandiera)

(PG)Contessa Drusilla Dal Verme, dei furono conte Luchino e contessa Francesca Loschi; vedova del conte Luigi Loschi, nata il 7 maggio 1811 – Vicenza – (da “Annuario della nobiltà italiana”)

[…] Chi non avrà timore di affrontare un progetto di rivoluzionaria, totale riforma delle aree verdi che costituivano il corpo centrale della tenuta di Biron è Drusilla Dal Verme Loschi: la vera protagonista della storia ottocentesca della Villa e, tra i membri della famiglia, colei che meglio incarnava i nuovi orientamenti culturali del secolo. Donna di grande spirito ed intelligenza, eccezionale ed anticipatore esempio, dati i tempi, di capacità manageriali e d’indipendenza, tutte coniugate al femminile; di vasta cultura, specie nel campo dell’arte topiaria, informatissima sui dibattiti che coinvolgevano i grandi architetti del tempo (Jappelli, Mabil, ecc), specialmente riguardo la progettazione o ristrutturazione dei giardini, investiti dalla moda dilagante inglese.

Drusilla fu attivissima promotrice di investimenti e di sperimentazioni in campo agrario e nell’allevamento selezionato. Membro dal 5 aprile 1859 della Società di Acclimatazione di Trento, si preoccupa di creare un sistema di serre nella stessa corte della villa e un giardino di acclimatazione davanti alla vecchia loggia del Borella. Il 21 settembre 1871 riceve un diploma di medaglia d’argento quale benemerita delle classi agricole e il 9 settembre 1876 ottiene una menzione onorevole “per la più bella coppia di vitelli di anni due di razza tirolese…”.

Anche se entrerà ufficialmente in possesso del palazzo di Vicenza e della villa di Biron e potrà quindi disporne a piacere solo dopo la divisione dei beni con la sorella Lucrezia nel 1851, non può essere che lei l’interprete dell’ultima grande stagione di rinnovamento, implicando nell’entusiasmo dell’invenzioni architettoniche il marito Luigi Loschi e convincendolo ad interpellare un architetto di chiara fama, specialista nell’arte dei giardini come Giuseppe Balzarinetti, celebre a Milano, ma già noto anche nel vicentino per il giardino del principe Giovanelli a Lonigo e per quello del conte Soranzo a Vicenza. […]

palazzo Loschi Zileri in corso Palladio Vicenza (collezione Paola Groppo)

Luigi Loschi testa il 28 giugno 1843, e risulta defunto senza figli alla data di pubblicazione del testamento, 20 ottobre 1848. Istituisce eredi universali le nipoti Lucrezia e Drusilla Dal Verme, figlie del cognato Luchino Dal verme e Francesca Loschi.

Lucrezia stipula convenzione di matrimonio nel 1828 con Giulio Zileri, Cavaliere dell’Angelico Imperial Ordine Costantiniano.

Invece Drusilla finisce per sposare lo stesso zio, Luigi Loschi. A Drusilla andrà il palazzo di Vicenza con le case annesse, tutto il mobilio e gli effetti preziosi e 40.000 lire austriache, oltre alla tenuta di Biron. Nel 1851 è effettuata la divisione dei beni immobili e dei terreni di Biron. 

Negli anni Settanta dell’Ottocento sarà il nuovo astro nascente dell’architettura Antonio Caregaro Negrin, ben noto nel vicentino, ad essere interpellato da Drusilla per un riammodernamento del palazzo padronale di Vicenza e, al seguito, anche per un ingresso secondario da ideare nel giardino di Biron.

Drusilla era attivissima nel campo delle riforme agricole e della botanica. […] 

(da “La villa Loschi Zileri Motterle in Monteviale di Vicenza”  a cura di Lionello Puppi)

 

 

DEGLI OGGETTI ESPOSTI ALLA PRIMA MOSTRA AGRICOLA ED INDUSTRIALE  – SEZIONE PRIMA  – PRODOTTI PRIMITIVI DEL SUOLO VICENTINO – CLASSE 1 PRODOTTI VEGETABILI – GRUPPO I – PIANTE CEREALI –
24. Loschi co. Drusilla di Vicenza Saggio di frumento marzuolo in spica e grano, di frumento comune, e di frumento composto, nei suoi fondi di Biron; e di uva marzemina sana per buon governo alla vite
PIANTE LEGUMINOSE  44. Loschi Co. Drusilla di Vicenza Saggio di semente spontanea di trifoglio perenne selvatico e di trifoglio veriolo, che si adopera per far prati naturali
FORAGGI   Manipolo di Ray-grass coltivato estesamente a Biron, di secondo taglio fatto il 29 maggio Loschi Co.Drusilla di Vicenza
GRUPPO II – AGRICOLTURA E GIARDINAGGIO – 2 LEGUMI – 92. Loschi Co. Drusilla di Vicenza  Saggi di N.26 varietà di fagiuoli
8. TUBERI  Loschi Co. Drusilla di Vicenza Saggio di 15 varietà di pomi di terra
GRUPPO X – 2 INDUSTRIA IN FABBRICAZIONE DI VINI, SPIRITI, LIQUORI E BIRRA 59. Loschi Co. Drusilla di Vicenza Vino nero 1849  Vino nero 1850 Vino nero 1854
Così la Contessa Drusilla Loschi, avendo disposto ad una prateria ornata d’alberi e interrotta da viali quello spazio, che innanzi al suo palazzo del Birone era frastagliato da muraglie e da piante campestri, animò la sua Villa di un esteso e lieto orizzonte. Che se il buon gusto e la ottima operosità di questa ottima Dama vorrà mandare ad effetto i piani disegnati dai bravi Balzarinetti e Negrin, quel suo sito, giustamente prediletto, riuscirà a bellezze nuove e singolari.

Il marito Luigi, duranti i moti vicentini del 1848, era membro del Comitato Provvisorio Dipartimentale. Drusilla durante i mesi di maggio e giugno 1848 aveva trasformato il palazzo di famiglia (Palazzo Zileri Dal Verme Loschi in Corso Palladio) in un infermeria militare.  (da “Figure illustri e benemerite” di Dennis Liotto)

[…] Nel 1866 venne [il principe Umberto I di Savoia] a Vicenza accolto nel palazzo della contessa Drusilla Dal Verme Loschi. […] Partito da Vicenza il principe Umberto I (sul finire dell’agosto del 1866) , dopo circa 50 giorni (19 ottobre) re Vittorio Emanuele, il padre, accordò “la medaglia d’oro al valor militare alla bandiera del comune [di Vicenza] per la strenua difesa fatta dai cittadini” contro gli austriaci nel maggio e giugno 1848. […] Vittorio Emanuele fu ospitato nel palazzo Loschi, “dove venne accolto con squisita signorilità dalla contessa Drusilla Dal Verme Loschi. Il Re, appena entrato nel suo appartamento, magnificamente arredato, non poté trattenersi dall’esprimere alla dama che l’accompagnava la sua ammirazione per la bellezza e la grandiosità del luogo.” ( Rumor “I primi giorni di Vicenza libera”) La medesima contessa come provvide a ricordare con un’iscrizione l’ospitalità data al principe Umberto I, così fece porre di fronte ad essa quest’altra in memoria del Re:

VITTORIO EMANUELE II/NON PIU’ SIGNORE CHE PADRE DE’ SUOI POPOLI/NEX XVII NOVEMBRE DEL MDCCCLXVI/GIUNSE NELLA NOSTRA CITTA’/E COME IL FIGLIO PRESE STANZA IN QUESTO PALAGIO/DOPPIAMENTE ONORATO DI AVERE ACCOLTO/DOPO L’EROE DI COSTOZZA/IL PRIMO SOLDATO D’ITALIA

Le due iscrizioni erano inizialmente “su carta”. Ambedue (la seconda pure dettata dal Bressan) furono fatte “incidere su marmo” nell’ottobre 1911 dalla contessa Clementina Zileri Dal Verme, nipote di Drusilla. Purtroppo la seconda iscrizione non si può più vedere, perché occultata a causa dello stravolgimento dell’atrio del palazzo. […] Morto Vittorio Emanuele II (9 gennaio 1878), il figlio Umberto e la consorte Margherita divennero automaticamente re e regina. Alcune donne di Vicenza, la maggior parte di rango, decisero di inviare alla novella Regina un affettuoso “indirizzo”. Lo pubblicò, con il titolo “Indirizzo delle donne vicentine alla Regina d’Italia”, il Giornale della Provincia di Vicenza, 8 febbraio 1878. […]

(da “Il Re Umberto I e la Regina Margherita a Vicenza e nel Vicentino” di Mauro Saccardo)

IL RACCOGLITORE GIORNALE DELLA SOCIETA’ DI INCORAGGIAMENTO IN PADOVA SERIE II ANNO VII 1869-70 , SULL’ARATRO TALPA

Nel numero X, anno II, pagina 299 di questo bollettino abbiamo fatto cenno dell’aratro talpa che la Nobile Cont.a Drusilla Loschi aveva acquistato dal Sig. Fissore per usarlo né suoi possedimenti di Biron.

aratro talpa

Allora ci limitammo ad annoverare i vantaggi che quell’istromento agricolo prometteva sopra l’autorevole emesso in proposito dal chiarissimo Prof. Cav. Ottavi. Oggi adempiamo alla promessa fatta in quell’occasione di rendere informati i nostri lettori intorno ai risultati ottenuti dall’esperimento formale che se ne fece sul luogo alla presenza della Nob. Dama e di distinti agronimi. Scelto il prato e smontato l’aratro dai coltri e dalle zappe che vi stanno sotto, vi si attaccarono quattro bovi robusti i quali senza veruno sforzo trassero regolarmente l’aratro, montato in modo il regolatore che non giungesse che a 10 cent. di profondità. Dopo vari giri si montò il regolatore in maniera da far discendere l’aratro alla massima profondità di 15 cent., ciò che si ottenne con pari facilità e con uguale e costante lavoro.  Indi vi si apposero le coltri e le zappe, vi si aggiunsero due bovi, quantunque i quattro primi vi fossero sufficienti, e si riprese la prova; essa riuscì meravigliosamente come la prima: l’istrumento scese alla profondità di 20 cent. senza difficoltà sollevando per 15 cent. la cotica del prato senza scomporla, soltanto dividendone la zolla, e per altri 5 cent. sminuzzando il terreno in piccoli frammenti con l’opera dello scarificatore, lasciandola però al suo posto. Si costatò quindi con piena evidenza e sicurezza il pieno effetto dello strumento, e precisamente quale ce lo enunciava il Prof. Ottavi; lo si trovò di facile maneggio ed alla portata di ognuno, di salda resistenza e che sarà senza dubbio per arrecare tutti gli avvantaggi promessi dal Professore stesso e da noi accennati nel numero sovraindicato.

Sia lode dunque a questa Nob. Dama che nel tempo stesso che provvede con intelligenza e sagacia al proprio interesse, offre ‘a suoi concittadini quell’utile esempio che è lo sprone più valido per rendere accette e promulgate quelle novità in agricoltura, che altrimenti cadrebbero o ignorate, o neglette, e facciamo voti caldissimi perché l’esempio non cada infruttuoso.

(Bollettino del Comizio Agrario di Vicenza)

La Provincia di Pisa 1870 tra i sottoscrittori di Vicenza per i danneggiati dell’inondazione compare anche Drusilla Dal Verme

Elenco degli espositori tra i quali Drusilla Dal Verme

 

La contessa Drusilla Dal Verme Loschi lasciò alla congregazione di Carità di Monteviale 500 lire con suo testamento ( da “Monteviale nell’Ottocento” di Stefano Corato)

GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO D’ITALIA N.272 5 OTTOBRE 1871 PARTE NON UFFICIALE – NOTIZIE VARIE 

Delle sei medaglie d’ argento , poste a disposizione dal Ministro d’agricoltura, industria e commercio perché ne fossero conferite tre a benemeriti delle classi operaie o tre a benemeriti delle classi agricole, l’apposito Giurì ha trovato, quanto alle tre prime, di conferirne una alla contessa Drusilla Loschi Del Verme, incaricando per le altre due il Consorzio agrario di aprire il concorso dopo l’Esposizione; e quanto alle seconde, di conferirle ai segnanti espositori: Francesco Rossi di Schio ; Filatura e tessitura di Pordenone; Bernardino Nodari di Lugo. Accordando inoltre onorevole menzione al signor Vincenzo Maltarello di Vicenza.

[…] Per l’Italia la compartecipazione delle donne alle elezioni non è cosa nuova, sebbene debba dirsi, che essa fu sempre limitatissima e soggetta a dispute interessanti. Noi sappiamo infatti che nella Lombardia e nel Veneto le donne votavano a mezzo di procuratori nei convocati comunali, e che in Toscana ad esse e ai corpi morali era accordato il diritto di delegazione del loro voto; sappiamo ancora che il progetto di legge comunale e provinciale presentato nel 3 marzo 1863 alla Camera elettiva, dal Peruzzi, accordava il voto alle donne mediante scheda firmata ed autenticata, e che tanto il nuovo progetto di riforma della legge comunale e provinciale presentato nel 7 dicembre 1876 dal Nicotera, quanto il progetto 13 giugno 1877, della Commissione parlamentare, faceva identiche concessioni. Queste concessioni però, come si vede, non riguardavano che le elezioni amministrative, mentre per le elezioni politiche, dopo il Morelli , nessuno ancora pensò di farsi sostenitore nel Parlamento del voto delle donne, e questo, in tanti anni, non ebbe a sentire che brevissime parole in favore di una petizione di quattro signore venete, le quali chiedevano solamente di potere, mediante procuratori liberamente nominati, concorrere alle elezioni amministrative ed “a far parte dei Consigli comunali e provinciali, nonché delle Giunte e delle Deputazioni! ” (nota “Atti della Camera dei Deputati”  seduta 19 giugno 1876 n.220  – la petizione che era sottoscritta dalle signore Drusilla Dal Verme Loschi, Rosa Ganzetta de Salvi, Elena Bonacorsi Prina e Giovanna De Salvi Negri, dopo alcune osservazioni dell’on. Morelli Salvatore, fu inviata agli archivi) […] (da “Della riforma elettorale” saggio di diritto costituzionale e di legislazione comparata di A.S. De Kiriaki”

La contessa Drusilla Dal Verme Loschi sopravvisse al marito per quasi 40 anni. Essa infatti morì il 14 marzo 1885 all’età di 74 anni, dopo essere stata colpita tre anni prima da paralisi perdendo l’uso delle gambe e parte delle mani. Non si risposò mai, e pur essendo erede di un patrimonio signorile ingentissimo, durante la sua lunga vedovanza non mirò mai ad assumerne le rendite, bensì si dedicò sempre ai poveri con importanti elemosine e opere di carità. Fu la fondatrice delle Visitatrici della Conferenza di San Vincenzo de Paoli (per il soccorso degli infermi poveri soccorsi a domicilio) e presidente della Società di Mutuo Soccorso tra le operaie. Di abitudini semplicissime e modi affabili e aperti, durante il giorno e spesso la sera amava conversare con pochi ma fidati amici che si raccoglievano intorno a lei, e trascorreva la primavera e l’autunno nella sua villa del Biron, passeggiando nei giardini dove coltivava i suoi amati fiori e cuciva vestitini e cuffiette per le partorienti e le mamme bisognose. Con la sua morte scompare l’ultimo rampollo di due insigni casati: i Loschi di Vicenza e i Dal Verme di Piacenza.  (B. Morsolin “La contessa Drusilla Dal Verme Loschi”, Vicenza 1885 17 marzo in La Provincia di Vicenza)

Statua del Vela – Cappella cimitero monumentale di Vicenza –

[…] è eccellente la statua del Vela; una povera donna che dopo aver molto pianto esce d’un ricco mausoleo, e stringe al seno una croce, unico e supremo conforto. Chi ne ha seguitato sin qua s’arresti rispettoso innanzi un capolavoro, ed onori nel tempo medesimo d’un meritato compianto Luigi conte Loschi, che qui sotto una vedova ben degna di lui ed inconsolabile ha collocato, attendendo l’ora che le permettesse d’iscrivere su questa pietra, come il marito di lei, amato e servito il suo paese morisse di crepacuore poco dopo il luttuoso 10 giugno 1848. (da “Storia di Vicenza e sua provincia” Cabianca – Lampertico )

 

Monumento Loschi Zileri presso il cimitero monumentale di Vicenza